domenica 16 settembre 2012
Novità: LA NOTTE DI ROMA di Giulio Alfano (Edizioni Solfanelli)
Il presente volume nasce da uno studio condotto sul filo della memoria e della ricerca storica relativamente al breve ma intenso periodo dell’occupazione nazista di Roma.
La città ne emerge come centro nevralgico della ricostruzione, laboratorio di idee e percorsi politici dai risvolti a volte impensati, a partire dal successo della Democrazia Cristiana fino alla stabilizzazione del regime democratico, le lotte sindacali e il fiorire di una nuova atmosfera culturale.
Rivivono nel libro figure mitiche del mondo dello spettacolo, ma anche personaggi dal forte carattere o grandi figure del mondo cattolico, insieme a eventi spesso dimenticati quale quello dell’Operazione Rabat, che vide protagonista Pio XII.
Il difficile momento della crisi del regime fascista, il suo crollo repentino, la solidarietà umana e civile che la città dimostrò nel passaggio dall’occupazione alla ritrovata libertà vengono approfondite storicamente in La notte di Roma, dove trovano anche spazio le memorie delle sofferenze della popolazione in quei giorni atroci.
Giulio Alfano è nato a Roma, dove risiede. Docente di Istituzioni di Filosofia Politica ed Etica Politica presso la facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense, e saggista, ha pubblicato diversi studi sul pensiero politico e sulla storia del movimento cattolico. Collaboratore del "Philosophy Documentation Center "(Ohio, USA), è Presidente dell’Istituto “Emmanuel Mounier-Italia”, dell’Associazione Nazionale dei Democratici Cristiani, del Movimento Internazionale Interculturale e dell’Associazione “Impegno Cristiano per gli studi Politici”.
Giulio Alfano
LA NOTTE DI ROMA
Politica e società civile nella Roma nazista
Presentazione di Massimo Rendina
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-771-0]
Pagg. 88 - € 8,00
http//www.edizionisolfanelli.it/lanottediroma.htm
lunedì 10 settembre 2012
Novità: UN POPOLO DI FRENETICI INFORMATISSIMI IDIOTI di Franco Ferrarotti (Edizioni Solfanelli)
Il termine “idioti” del titolo non è un insulto gratuito. È da intendersi nel senso etimologico di “circoscritti”, “localizzati”, “irretiti”, “prigionieri nel web”.
È sempre più tardi di quanto si crede.
Ora anche i periodici a grande tiratura (si veda “Newsweek” del 13 luglio 2012) i fini dicitori del giornalismo salottiero e i compunti maggiordomi del potere quale che sia, i vati dell’ovvio e gli specialisti dell’aria fritta se ne vanno accorgendo.
Un’intera generazione — come da almeno trent’anni vado documentando — appare nello stesso tempo informatissima di tutto, comunica tutto a tutti in tempo reale, ma non capisce quasi nulla e non ha niente di significativo da comunicare. È una generazione al macero, appesa agli schermi opachi di TV, Internet, Facebook, Youtube, eccetera, destinata all’obesità catatonica e alla lordosi sedentaria. La stessa molteplicità e eterogenea abbondanza delle informazioni la deforma, la fagocita, le impedisce di stabilire una propria tavola di priorità.
Internet, priva della critica delle fonti, è la grande pattumiera planetaria e paratattica, in cui giovani e giovanissimi, adolescenti, ma anche giovani adulti, vanno quotidianamente affondando.
Questo è un grido di allarme che non si fa illusioni. Non sarà ascoltato. Quest’epoca avrà il malessere del benessere che si merita.
Franco Ferrarotti è professore emerito di sociologia all’Università di Roma “La Sapienza”; vincitore del primo concorso bandito in Italia per questa materia; già responsabile della divisione “Facteurs sociaux” all’OECE, ora OCSE, a Parigi; fondatore con Nicola Abbagnano dei Quaderni di sociologia nel 1951; dal 1967 dirige La Critica sociologica; nel 1978 nominato “directeur d’études” alla Maison des Sciences de l’Homme a Parigi; insignito del premio per la carriera dall’Accademia nazionale dei Lincei il 20 giugno 2001; nominato Cavaliere di Gran Croce l’11 novembre 2005 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Per le Edizioni Solfanelli ha pubblicato "L’arte nella società" (2007), Premio Anguillara Sabazia 2006 per la sezione saggistica, "Il senso della sociologia" (2008), "Fondi di bottiglia" (2008), "Lettere al Presidente" (2009), "L’immaginario collettivo americano" (2010), "Musica e Società. Il caso Puccini" (2011) e "Il paradosso italiano" (2012).
Franco Ferrarotti
UN POPOLO DI FRENETICI
INFORMATISSIMI IDIOTI
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-781-9]
Pagg. 104 - € 9,00
http//www.edizionisolfanelli.it/unpopolodifrenetici.htm
mercoledì 16 maggio 2012
Presentazione: L'EURO CONTRO L'EUROPA di Roberto de Mattei (Pescara, Sabato 19 Maggio 2012 - ore 10:30)
Organizzato dalla FONDAZIONE "CITTÀ NUOVE" di Renata Polverini
Sabato 19 maggio 2012 alle ore 10:30
nella Sala Commissioni del Comune di Pescara
(Piazza Italia)
PRESENTAZIONE del Libro
L’EURO CONTRO L’EUROPA
Vent’anni dopo il Trattato di Maastricht
di Roberto de Mattei
Edizioni Solfanelli
Introdurrà Geremia Mancini – Coord. Reg. “Città Nuove”
Interverranno:
Guerino Testa – Presidente Amm. Prov. di Pescara
Americo Carissimo – Giornalista e Docente
Roberto De Mattei – Presidente della Fondazione Lepanto
Scheda del libro:
La storia della costruzione europea ha una sua tappa decisiva nel Trattato di Maastricht, che prende il nome dall’accordo stipulato nel dicembre 1991 nel Consiglio Europeo tenutosi nella cittadina olandese di Maastricht e poi solennemente ratificato nel febbraio del 1992.
Il Trattato di Maastricht creava una nuova entità sopranazionale, l’Unione Europea, avviando la realizzazione di una “moneta unica” e di una Banca Centrale Europea. L’Euro entrò in vigore il 1° gennaio 1999 in 11 dei 15 Paesi dell’Unione Europea, segnando la prima rinuncia alla sovranità delle nazioni europee, destinate ad essere completamente esautorate dal potere di Bruxelles, attraverso una rigida concatenazione di cause e di effetti.
Il progetto europeista di Maastricht ha avuto, fin dall’inizio, un inflessibile critico nel prof. Roberto de Mattei che, fin dal 1990, ne descriveva i pericoli. A vent’anni di distanza, il suo libro ripercorre criticamente le fasi centrali di un processo che ha avuto la sua ultima espressione nel governo tecnocratico di Mario Monti.
L'Autore:
Roberto de Mattei (Roma, 1948) insegna Storia Moderna e Storia del Cristianesimo presso l'Università Europea di Roma, dove è Preside dell'ambito di Scienze storiche. Giornalista e scrittore, difende i principi e le istituzioni della Civiltà cristiana su numerose pubblicazioni come "Radici Cristiane", "Lepanto", "Corrispondenza romana" e "Nova Historica". Ha fondato e diretto il Centro Culturale Lepanto (1982-2006) e presiede ora la Fondazione Lepanto.
mercoledì 14 marzo 2012
L’Euro ci porta alla bancarotta (di Roberto de Mattei)
Si sovrappongono all’inizio di quest’anno due anniversari: il ventesimo del Trattato di Maastricht, che fu stipulato nella cittadina olandese l’11 dicembre 1991, ma fu ufficialmente ratificato dai Capi di Stato e di Governo della Comunità europea il 7 febbraio 1992; e il decimo anniversario dell’euro, entrato in vigore il 1 gennaio 1999, ma circolante in monete e biglietti dal 1 gennaio 2002.
L’euro è un elemento portante del Trattato di Maastricht, presentato all’opinione pubblica come un accordo di natura economica, che avrebbe visto, in fasi successive la caduta delle barriere doganali, l’istituzione di una Banca Centrale Europea e poi quella di una moneta unica. Tutto questo per ridurre il debito e risanare l’economia europea.
Il vero obiettivo della complessa operazione in realtà non era economico, ma politico. Il progetto prevedeva la liquidazione degli Stati nazionali, sostituiti da nuovi organismi sovranazionali controllati da poteri oligarchici di carattere non solo finanziario, ma soprattutto ideologico, con la “missioneˮ di imporre in Europa la nuova filosofia relativista e i nuovi diritti “postmoderniˮ.
A vent’anni di distanza, il progetto è fallito sul piano economico, ma rischia di riuscire sul piano politico. I fatti sono eloquenti. Sul piano economico l’euro è fallito perché globalmente il debito pubblico della zona euro è aumentato del 26,7% negli ultimi cinque anni. Non si può imporre una moneta unica a Paesi che hanno strutture economiche e produttive diverse, con differenti tassi di crescita e di sviluppo.
Il rischio che ciò che è fallito sul piano economico si realizzi però sul piano politico è dimostrato dai casi recenti dell’Italia e della Grecia, dove due Capi di governo dalle molte analogie, Silvio Berlusconi e Viktor Orban, si sono trovati sotto il medesimo fuoco concentrico. Eletti entrambi con un largo appoggio popolare i due uomini politici hanno cercato di realizzare programmi economici sgraditi agli eurocrati.
Il leader italiano ha subito una serie di attacchi giuridici, mediatici e politici che ne hanno progressivamente eroso il potere. Berlusconi si è debolmente difeso, anche a causa dei suoi interessi aziendali, e la BCE, tra l’estate e l’autunno del 2011, gli ha dato il colpo di grazia, negandogli l’aiuto economico necessario a sopravvivere. Il presidente Napolitano ha chiamato a sostituirlo il prof. Mario Monti, uomo di fiducia delle oligarchie finanziarie ed eurofanatico della prima ora.
Orban, da parte sua, è stato più coraggioso di Berlusconi, perché ha osato affrontare di petto la nomenklatura europea, rivendicando alcuni temi, dalle radici cristiane al diritto alla vita, che Berlusconi si era ben guardato dall’affrontare. L’ira nei suoi confronti è stata maggiore e l’offensiva sarà nei prossimi mesi più violenta.
Gravi tempeste economiche e sociali attendono però i Paesi aderenti all’Unione Europea che, dopo essersi privati dello strumento della politica monetaria, hanno compiuto, nel vertice del 2 marzo, a Bruxelles, un’ulteriore rinuncia alla loro sovranità. Essi infatti, come sottolinea il Andrea Bonanni su “Repubblica” del 3 marzo, «non avranno più veramente voce in capitolo sui saldi di bilancio».
Il compito di sorvegliare il loro debito pubblico è stato affidato alla Corte di Giustizia Europea, le cui sentenze, che prevedono dure sanzioni finanziarie, prevalgono su quelle delle magistrature nazionali. L’unica via di uscita percorribile sarebbe quella di eliminare le cause che hanno prodotto i mali. E le massime responsabilità di questi risalgono proprio a quel Trattato di Maastricht e a quella moneta unica che Mario Monti è stato chiamato a salvaguardare in Italia.
Il caso italiano costituisce un laboratorio in cui i poteri forti sperimentano il futuro dell’Europa. Ma la bancarotta della Grecia è solo una pallida prefigurazione di ciò che ci attende se non si cambierà radicalmente la sciagurata strada fin qui percorsa.
Roberto de Mattei
http://www.corrispondenzaromana.it/editoriale-leuro-ci-porta-alla-bancarotta/
L’euro è un elemento portante del Trattato di Maastricht, presentato all’opinione pubblica come un accordo di natura economica, che avrebbe visto, in fasi successive la caduta delle barriere doganali, l’istituzione di una Banca Centrale Europea e poi quella di una moneta unica. Tutto questo per ridurre il debito e risanare l’economia europea.
Il vero obiettivo della complessa operazione in realtà non era economico, ma politico. Il progetto prevedeva la liquidazione degli Stati nazionali, sostituiti da nuovi organismi sovranazionali controllati da poteri oligarchici di carattere non solo finanziario, ma soprattutto ideologico, con la “missioneˮ di imporre in Europa la nuova filosofia relativista e i nuovi diritti “postmoderniˮ.
A vent’anni di distanza, il progetto è fallito sul piano economico, ma rischia di riuscire sul piano politico. I fatti sono eloquenti. Sul piano economico l’euro è fallito perché globalmente il debito pubblico della zona euro è aumentato del 26,7% negli ultimi cinque anni. Non si può imporre una moneta unica a Paesi che hanno strutture economiche e produttive diverse, con differenti tassi di crescita e di sviluppo.
Il rischio che ciò che è fallito sul piano economico si realizzi però sul piano politico è dimostrato dai casi recenti dell’Italia e della Grecia, dove due Capi di governo dalle molte analogie, Silvio Berlusconi e Viktor Orban, si sono trovati sotto il medesimo fuoco concentrico. Eletti entrambi con un largo appoggio popolare i due uomini politici hanno cercato di realizzare programmi economici sgraditi agli eurocrati.
Il leader italiano ha subito una serie di attacchi giuridici, mediatici e politici che ne hanno progressivamente eroso il potere. Berlusconi si è debolmente difeso, anche a causa dei suoi interessi aziendali, e la BCE, tra l’estate e l’autunno del 2011, gli ha dato il colpo di grazia, negandogli l’aiuto economico necessario a sopravvivere. Il presidente Napolitano ha chiamato a sostituirlo il prof. Mario Monti, uomo di fiducia delle oligarchie finanziarie ed eurofanatico della prima ora.
Orban, da parte sua, è stato più coraggioso di Berlusconi, perché ha osato affrontare di petto la nomenklatura europea, rivendicando alcuni temi, dalle radici cristiane al diritto alla vita, che Berlusconi si era ben guardato dall’affrontare. L’ira nei suoi confronti è stata maggiore e l’offensiva sarà nei prossimi mesi più violenta.
Gravi tempeste economiche e sociali attendono però i Paesi aderenti all’Unione Europea che, dopo essersi privati dello strumento della politica monetaria, hanno compiuto, nel vertice del 2 marzo, a Bruxelles, un’ulteriore rinuncia alla loro sovranità. Essi infatti, come sottolinea il Andrea Bonanni su “Repubblica” del 3 marzo, «non avranno più veramente voce in capitolo sui saldi di bilancio».
Il compito di sorvegliare il loro debito pubblico è stato affidato alla Corte di Giustizia Europea, le cui sentenze, che prevedono dure sanzioni finanziarie, prevalgono su quelle delle magistrature nazionali. L’unica via di uscita percorribile sarebbe quella di eliminare le cause che hanno prodotto i mali. E le massime responsabilità di questi risalgono proprio a quel Trattato di Maastricht e a quella moneta unica che Mario Monti è stato chiamato a salvaguardare in Italia.
Il caso italiano costituisce un laboratorio in cui i poteri forti sperimentano il futuro dell’Europa. Ma la bancarotta della Grecia è solo una pallida prefigurazione di ciò che ci attende se non si cambierà radicalmente la sciagurata strada fin qui percorsa.
Roberto de Mattei
http://www.corrispondenzaromana.it/editoriale-leuro-ci-porta-alla-bancarotta/
sabato 3 marzo 2012
Presentazione: L'EURO CONTRO L'EUROPA (Firenze, Giovedì 22 marzo 2012, ore 17:00)
Giovedì 22 marzo 2012, alle ore 17.00, presso la sede della Regione Toscana in Palazzo Bastogi, Via Cavour n. 18, nel Salone delle Feste si terrà la conferenza su "L'Europa tra relativismo e poteri forti" con la presentazione del libro di Roberto de Mattei: "L'Euro contro l'Europa" (Solfanelli, Chieti 2012).
Alla manifestazione sarà presente l'autore del libro prof. Roberto de Mattei, docente di Storia moderna e Storia del Cristianesimo all'Università Europea di Roma e Direttore del mensile "Radici Cristiane"; interverranno anche l'editore Marco Solfanelli, il Consigliere Regionale della Toscana Dario Locci e il Direttore di "Controrivoluzione" Pucci Cipriani.
Alla manifestazione sarà presente l'autore del libro prof. Roberto de Mattei, docente di Storia moderna e Storia del Cristianesimo all'Università Europea di Roma e Direttore del mensile "Radici Cristiane"; interverranno anche l'editore Marco Solfanelli, il Consigliere Regionale della Toscana Dario Locci e il Direttore di "Controrivoluzione" Pucci Cipriani.
lunedì 27 febbraio 2012
Unione Europea: L’euro contro l’Europa di Roberto de Mattei
Vent’anni fa, l’idea di poter girare l’Europa senza continuare a rivolgersi all’ufficio cambi sembrava meravigliosa; quindici anni fa, dopo l’attacco contro la lira organizzato dallo speculatore George Soros, l’idea di un un’unica valuta europea sembrava mettere al riparo da futuri attacchi della finanza internazionale. Nove anni fa, dopo dodici mesi di euro che di fatto si era imposto con il cambio a mille lire e non a 1930,27, con un conseguente aumento dei principali beni di consumo di quasi il 100%, molti entusiasmi iniziarono a smorzarsi. Ai nostri giorni il gradimento della moneta unica, vista dai più come fonte di sacrifici non ripagati, è al minimo storico.
Roberto de Mattei non ha dovuto aspettare tutto questo tempo per rendersi conto dei problemi che la nuova moneta avrebbe comportato: euroscettico della prima ora, già nel 1992 inviò ai parlamentari europei una lunga lettera aperta in cui sottolineava vari punti negativi del Trattato di Maastricht (1991). Ora tale lettera, di drammatica attualità, è riproposta dall’editore Solfanelli assieme ad altri scritti di Roberto de Mattei sullo stesso argomento (L’euro contro l’Europa. Vent’anni dopo il Trattato di Maastricht (1992-2012), Solfanelli, Chieti 2012, p. 72, € 7).
La principale domanda che lo studioso si pone è: di quale Europa parliamo? Naturalmente – purtroppo – siamo lontani da quell’Europa sinonimo di Cristianità: l’Europa dei burocrati, anzi, è fondata su radici nichiliste (come ben sappiamo, la semplice menzione delle radici cristiane del nostro continente è stata addirittura rifiutata nella Costituzione europea del 2003 proprio per l’opposizione di due Paesi che al cristianesimo – ed al cattolicesimo in particolare – debbono la propria nascita ed il proprio sviluppo: la Francia ed il Belgio), su una concezione puramente mercantilistica dell’uomo.
Paradossalmente, questo tipo di unione rischia di portare, anziché all’unificazione, ad un «processo di disgregazione degli Stati nazionali: e poiché l’Europa non può prescindere dagli Stati nazionali, che ne costituiscono l’ossatura, la liquidazione di questi Stati equivale alla distruzione dell’Europa condotta in nome dell’Europa stessa!» (p. 13)
Parimenti, l’esproprio della sovranità monetaria postula il successivo esproprio della sovranità politica e giuridica (pensiamo solo al famigerato mandato di cattura internazionale, in base al quale si può essere arrestati ed estradati per un atto commesso nel proprio Paese, dove non costituisce reato, ma che è considerato perseguibile dalla legislazione di un altro Paese aderente). Il fine sarebbe quello di realizzare un «megastato europeo» al cui interno si esistono tanti «microstati regionali», come ha teorizzato da anni la sinistra postmoderna.
Il progetto prevede anche di facilitare la concessione della nazionalità agli extracomunitari, in particolar modo a quelli di religione musulmana, con la conseguente trasformazione dell’Europa in “Eurabia”, come l’ha definita la saggista Bat Ye’or.
Ma il volume proposto da Solfanelli non raccoglie solo interventi del passato – quasi a formare un nostalgico «ve l’avevo detto!» – bensì si spinge fino ai nostri giorni, sottolineando come proprio nell’anno che ha visto le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità italiana, il suo principale incensatore, Giorgio Napolitano, abbia contribuito, con la nomina di Mario Monti, perfetta espressione dei “poteri forti”, all’abbattimento della sovranità politica italiana: «gli stessi “poteri forti” che, per liquidare i sovrani legittimi diedero nell’Ottocento il loro sostegno ideologico e finanziario all’unificazione, oggi vedono nello smantellamento dello Stato nazionale una nuova tappa per realizzare l’utopia della mazziniana Repubblica universale» (p. 51).
Insomma, non c’è via d’uscita dal tunnel che ci porta verso la dissoluzione dell’Europa? La via esiste, se si ci rende conto che è possibile rinunciare a certi dati che la stragrande maggioranza di noi ritiene (a torto) irreversibili: dal Trattato di Maastricht alla stessa moneta unica.
(Gianandrea de Antonellis)
http://www.corrispondenzaromana.it/unione-europea-l%E2%80%99euro-contro-l%E2%80%99europa-di-roberto-de-mattei/
Roberto de Mattei non ha dovuto aspettare tutto questo tempo per rendersi conto dei problemi che la nuova moneta avrebbe comportato: euroscettico della prima ora, già nel 1992 inviò ai parlamentari europei una lunga lettera aperta in cui sottolineava vari punti negativi del Trattato di Maastricht (1991). Ora tale lettera, di drammatica attualità, è riproposta dall’editore Solfanelli assieme ad altri scritti di Roberto de Mattei sullo stesso argomento (L’euro contro l’Europa. Vent’anni dopo il Trattato di Maastricht (1992-2012), Solfanelli, Chieti 2012, p. 72, € 7).
La principale domanda che lo studioso si pone è: di quale Europa parliamo? Naturalmente – purtroppo – siamo lontani da quell’Europa sinonimo di Cristianità: l’Europa dei burocrati, anzi, è fondata su radici nichiliste (come ben sappiamo, la semplice menzione delle radici cristiane del nostro continente è stata addirittura rifiutata nella Costituzione europea del 2003 proprio per l’opposizione di due Paesi che al cristianesimo – ed al cattolicesimo in particolare – debbono la propria nascita ed il proprio sviluppo: la Francia ed il Belgio), su una concezione puramente mercantilistica dell’uomo.
Paradossalmente, questo tipo di unione rischia di portare, anziché all’unificazione, ad un «processo di disgregazione degli Stati nazionali: e poiché l’Europa non può prescindere dagli Stati nazionali, che ne costituiscono l’ossatura, la liquidazione di questi Stati equivale alla distruzione dell’Europa condotta in nome dell’Europa stessa!» (p. 13)
Parimenti, l’esproprio della sovranità monetaria postula il successivo esproprio della sovranità politica e giuridica (pensiamo solo al famigerato mandato di cattura internazionale, in base al quale si può essere arrestati ed estradati per un atto commesso nel proprio Paese, dove non costituisce reato, ma che è considerato perseguibile dalla legislazione di un altro Paese aderente). Il fine sarebbe quello di realizzare un «megastato europeo» al cui interno si esistono tanti «microstati regionali», come ha teorizzato da anni la sinistra postmoderna.
Il progetto prevede anche di facilitare la concessione della nazionalità agli extracomunitari, in particolar modo a quelli di religione musulmana, con la conseguente trasformazione dell’Europa in “Eurabia”, come l’ha definita la saggista Bat Ye’or.
Ma il volume proposto da Solfanelli non raccoglie solo interventi del passato – quasi a formare un nostalgico «ve l’avevo detto!» – bensì si spinge fino ai nostri giorni, sottolineando come proprio nell’anno che ha visto le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità italiana, il suo principale incensatore, Giorgio Napolitano, abbia contribuito, con la nomina di Mario Monti, perfetta espressione dei “poteri forti”, all’abbattimento della sovranità politica italiana: «gli stessi “poteri forti” che, per liquidare i sovrani legittimi diedero nell’Ottocento il loro sostegno ideologico e finanziario all’unificazione, oggi vedono nello smantellamento dello Stato nazionale una nuova tappa per realizzare l’utopia della mazziniana Repubblica universale» (p. 51).
Insomma, non c’è via d’uscita dal tunnel che ci porta verso la dissoluzione dell’Europa? La via esiste, se si ci rende conto che è possibile rinunciare a certi dati che la stragrande maggioranza di noi ritiene (a torto) irreversibili: dal Trattato di Maastricht alla stessa moneta unica.
(Gianandrea de Antonellis)
http://www.corrispondenzaromana.it/unione-europea-l%E2%80%99euro-contro-l%E2%80%99europa-di-roberto-de-mattei/
Presentazione: L'EURO CONTRO L'EUROPA (Roma, Giovedì 15 Marzo, ore 18:00)
Abbiamo il piacere di annunciare la presentazione del libro del prof. Roberto de Mattei, L’Euro contro l’Europa (Solfanelli, Chieti 2012). Sul tema del libro, parlerà, oltre all’autore, il noto scrittore e giornalista inglese, John Laughland, ottimo conoscitore delle questioni europee.
L’incontro si svolgerà giovedì 15 marzo alle ore 18 presso la sede della Fondazione Lepanto a piazza S. Balbina 8, Roma.
John Laughland è dottore in Filosofia all’Università di Oxford e ha collaborato ad alcuni dei principali organi di stampa inglesi e americani come “The Sunday Telegraph”, il “Wall Street Journal”, la “National Review”. E’ autore inoltre di molti libri tradotti in varie lingue di critica alle ideologie del nostro tempo. Dirige attualmente l’Institute of Democracy and Cooperation a Parigi.
I partecipanti alla conferenza, come di consueto, potranno porre domande a John Laughland che parla correntemente l’italiano. Seguirà, come d’abitudine, un momento conviviale.
Fondazione Lepanto
L’incontro si svolgerà giovedì 15 marzo alle ore 18 presso la sede della Fondazione Lepanto a piazza S. Balbina 8, Roma.
John Laughland è dottore in Filosofia all’Università di Oxford e ha collaborato ad alcuni dei principali organi di stampa inglesi e americani come “The Sunday Telegraph”, il “Wall Street Journal”, la “National Review”. E’ autore inoltre di molti libri tradotti in varie lingue di critica alle ideologie del nostro tempo. Dirige attualmente l’Institute of Democracy and Cooperation a Parigi.
I partecipanti alla conferenza, come di consueto, potranno porre domande a John Laughland che parla correntemente l’italiano. Seguirà, come d’abitudine, un momento conviviale.
Fondazione Lepanto
mercoledì 22 febbraio 2012
Novità: L'EURO CONTRO L'EUROPA di Roberto de Mattei (Edizioni Solfanelli)
La storia della costruzione europea ha una sua tappa decisiva nel Trattato di Maastricht, che prende il nome dall’accordo stipulato nel dicembre 1991 nel Consiglio Europeo tenutosi nella cittadina olandese di Maastricht e poi solennemente ratificato nel febbraio del 1992.
Il Trattato di Maastricht creava una nuova entità sopranazionale, l’Unione Europea, avviando la realizzazione di una “moneta unica” e di una Banca Centrale Europea. L’Euro entrò in vigore il 1° gennaio 1999 in 11 dei 15 Paesi dell’Unione Europea, segnando la prima rinuncia alla sovranità delle nazioni europee, destinate ad essere completamente esautorate dal potere di Bruxelles, attraverso una rigida concatenazione di cause e di effetti.
Il progetto europeista di Maastricht ha avuto, fin dall’inizio, un inflessibile critico nel prof. Roberto de Mattei che, fin dal 1990, ne descriveva i pericoli. A vent’anni di distanza, il suo libro ripercorre criticamente le fasi centrali di un processo che ha avuto la sua ultima espressione nel governo tecnocratico di Mario Monti.
Roberto de Mattei (Roma, 1948) insegna Storia del Cristianesimo e della Chiesa presso l’Università Europea di Roma, dove è coordinatore del corso di laurea in Scienze storiche.
Giornalista e scrittore, difende i principi e le istituzioni della Civiltà cristiana su numerose pubblicazioni come “Radici Cristiane”, “Lepanto”, “Corrispondenza romana” e “Nova Historica”. Ha fondato e diretto il Centro Culturale Lepanto (1982-2006) e presiede ora la Fondazione Lepanto.
Roberto de Mattei
L'EURO CONTRO L'EUROPA
Vent’anni dopo il Trattato di Maastricht
(1992-2012)
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-752-9]
Pagg. 72 - € 7,00
http://www.edizionisolfanelli.it/eurocontroleuropa.htm
venerdì 10 febbraio 2012
Novità: L'EURO CONTRO L'EUROPA di Roberto de Mattei (Edizioni Solfanelli)
La storia della costruzione europea ha una sua tappa decisiva nel Trattato di Maastricht, che prende il nome dall’accordo stipulato nel dicembre 1991 nel Consiglio Europeo tenutosi nella cittadina olandese di Maastricht e poi solennemente ratificato nel febbraio del 1992.
Il Trattato di Maastricht creava una nuova entità sopranazionale, l’Unione Europea, avviando la realizzazione di una “moneta unica” e di una Banca Centrale Europea. L’Euro entrò in vigore il 1° gennaio 1999 in 11 dei 15 Paesi dell’Unione Europea, segnando la prima rinuncia alla sovranità delle nazioni europee, destinate ad essere completamente esautorate dal potere di Bruxelles, attraverso una rigida concatenazione di cause e di effetti.
Il progetto europeista di Maastricht ha avuto, fin dall’inizio, un inflessibile critico nel prof. Roberto de Mattei che, fin dal 1990, ne descriveva i pericoli. A vent’anni di distanza, il suo libro ripercorre criticamente le fasi centrali di un processo che ha avuto la sua ultima espressione nel governo tecnocratico di Mario Monti.
Roberto de Mattei
L'EURO CONTRO L'EUROPA
Vent’anni dopo il Trattato di Maastricht
(1992-2012)
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-752-9]
Pagg. 72 - € 7,00
http://www.edizionisolfanelli.it/eurocontroleuropa.htm
Il Trattato di Maastricht creava una nuova entità sopranazionale, l’Unione Europea, avviando la realizzazione di una “moneta unica” e di una Banca Centrale Europea. L’Euro entrò in vigore il 1° gennaio 1999 in 11 dei 15 Paesi dell’Unione Europea, segnando la prima rinuncia alla sovranità delle nazioni europee, destinate ad essere completamente esautorate dal potere di Bruxelles, attraverso una rigida concatenazione di cause e di effetti.
Il progetto europeista di Maastricht ha avuto, fin dall’inizio, un inflessibile critico nel prof. Roberto de Mattei che, fin dal 1990, ne descriveva i pericoli. A vent’anni di distanza, il suo libro ripercorre criticamente le fasi centrali di un processo che ha avuto la sua ultima espressione nel governo tecnocratico di Mario Monti.
Roberto de Mattei
L'EURO CONTRO L'EUROPA
Vent’anni dopo il Trattato di Maastricht
(1992-2012)
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-752-9]
Pagg. 72 - € 7,00
http://www.edizionisolfanelli.it/eurocontroleuropa.htm
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