ScaP's review
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Apr 04, 13
Read on April 03, 2013 — I own a copy
Saggio interessantissimo. Illuminante. Vi si analizza come è cambiato il rapporto tra individui, e quello tra individuo e società, da quando - non solo grazie all'informatica - la cultura di massa è diventata produzione industriale.
La quantità abnorme di informazioni indistinte, complanari, "paratattiche", apparentemente democratiche, di cui usufruire grazie alla tecnologia della rete, è talmente imponente da richiedere un continuo aggiornamento. È cronofagica. Assorbe ogni sforzo. Non si ha più energia residua per una disamina critica delle informazioni; per una corretta analisi delle fonti; per la valutazione autonoma; per una serena eliminazione delle ridondanze. Men che meno, per la costruzione di una "storia cosciente" della propria coscienza. A tutto danno della personalità.
Anziché strutturarsi con un lento lavoro di scelta e selezione, l' "individuo" si accontenta sempre più di certificarsi in un dato statistico-numerico, come sola prova oggettiva del valore da cui trarre conforto. Il dato statistico tout-court è, quindi, sempre più funzione di sé stesso. Tanto da dare origine al fenomeno, stratificato e trasversale, di una cosiddetta "Mutual Admiration Society", in cui lo scambio di apprezzamento, acritico e strumentale, è reciprocamente utile, indotto, prima ancora che sentito. La sana autodeterminazione diventa sempre più "egolatria". E questa è il principale alimento del sistema produttivo. A qualsiasi livello, a cominciare dalla "produzione di cultura".
PS: «Idiota: s.m. (der. dal lat. ìdios «particolare; che sta a sé»), ... persona che si lascia strumentalizzare perché non capisce quel che accade» (Vocabolario Treccani).
La quantità abnorme di informazioni indistinte, complanari, "paratattiche", apparentemente democratiche, di cui usufruire grazie alla tecnologia della rete, è talmente imponente da richiedere un continuo aggiornamento. È cronofagica. Assorbe ogni sforzo. Non si ha più energia residua per una disamina critica delle informazioni; per una corretta analisi delle fonti; per la valutazione autonoma; per una serena eliminazione delle ridondanze. Men che meno, per la costruzione di una "storia cosciente" della propria coscienza. A tutto danno della personalità.
Anziché strutturarsi con un lento lavoro di scelta e selezione, l' "individuo" si accontenta sempre più di certificarsi in un dato statistico-numerico, come sola prova oggettiva del valore da cui trarre conforto. Il dato statistico tout-court è, quindi, sempre più funzione di sé stesso. Tanto da dare origine al fenomeno, stratificato e trasversale, di una cosiddetta "Mutual Admiration Society", in cui lo scambio di apprezzamento, acritico e strumentale, è reciprocamente utile, indotto, prima ancora che sentito. La sana autodeterminazione diventa sempre più "egolatria". E questa è il principale alimento del sistema produttivo. A qualsiasi livello, a cominciare dalla "produzione di cultura".
PS: «Idiota: s.m. (der. dal lat. ìdios «particolare; che sta a sé»), ... persona che si lascia strumentalizzare perché non capisce quel che accade» (Vocabolario Treccani).
http://www.goodreads.com/review/show/566240402
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