Il
coraggio della verità
Giulio Alfano racconta
la notte di Roma
Illustre
studioso e interprete delle dottrine politiche, Giulio Alfano esercita, per il
diletto suo e dei suoi lettori, una straordinaria abilità a tradurre la
conoscenza alta del professore universitario nel coinvolgente e gradevole stile
dell'aneddotica.
Il
risultato di una tale felice contaminazione dei generi è una raccolta di
memorie evocate per suggerire la riflessione equanime sulla seconda guerra
mondiale e sulle ragioni del diritto naturale e pubblicate da Marco Solfanelli
editore in Chieti.
Alfano
narra ad esempio la storia di Marion, la giovane svedese, che il 19 luglio del
1943, durante il bombardamento alleato su Roma, si espose al rischio mortale
per salvare Romoletto, un bambino che ne conserverà il delicato ricordo e a
nostri giorni, quasi settantenne, ogni tanto depone un fiore sulla tomba di lei
al Verano.
Malinconica
e la vicenda di Maria Denis, attrice famosa che, per salvare il partigiano
Luchino Visconti accettò la corte di Pietro Koch, famigerato torturatore
nazista. Un episodio triste, perché Visconti si dimostrò ingrato e meschino
rifiutando di riconoscerne il merito di una donna coraggiosa ma emarginata in
quanto simpatizzante del regime fascista.
Per
smentire le accuse dei critici superciliosi, che accusano Pio XII di debolezza
nei confronti del nazismo, Alfano ricostruisce la vera storia del piano "Rabat",
progettato da Hitler in vista del sequestro e della deportazione del pontefice
inviso ai gerarchi tedeschi.
Hitler
pensava che, arrestato e deportato in Germania, il papa "sfibrato da
pressioni e forti condizionamenti e sottoposto a continue sollecitazioni, non
avrebbe resistito a lungo e non sarebbe stato difficile estorcergli una firma
su un documento preparato ad arte".
Fortunatamente
il piano criminale fallì, probabilmente perché l'incaricato della sua
esecuzione, il comandante Karl Wolff, non essendo convinto della sua utilità e
della sua attuabilità, lo boicottò.
Al
proposito del silenzio di Pio XII, Alfano osserva che "le scomuniche
lanciate dai pontefici contro satrapi e dittatori non hanno mai sortito effetto".
La condanna di Hitler avrebbe avuto l'effetto di un colpo di testa contro il
muro dell'incrollabile fanatismo.
Interessanti
sono anche le notizie che Alfano ha tratto dagli archivi che conservano le
verità scomode. Ad esempio la notizia che la Città del Vaticano fu bombardata
da apparecchi alleati il 5 novembre del 1943 alle ore 21. Un'aggressione
stupida e feroce che sembra compiuta quasi per soddisfare il redattore
dell'autorevole Times, che il 27 ottobre del 1942 aveva scritto: "Roma
è la sede di un Papa, perché non bombardiamo Roma? Perché permettiamo la
distruzione pseudo cattolica della libertà democratica? ... Ininterrottamente
ed energicamente la Chiesa Cattolica lavora per la distruzione".
Intrigante
è anche l'invito che Alfano rivolge agli storici affinché facciano finalmente
luce "sul fenomeno costituito dal rifiuto dell'armistizio o più
propriamente della resa da parte di estese masse di soldati italiani che,
dislocati fuori frontiera all'atto del medesimo, non lo accettarono sentendo
che esso avrebbe pregiudicato per sempre l'onore militare italiano ed avrebbe
fatto sprofondare l'Italia nel clima dei secoli bui".
Alfano
non è un divulgatore ma un filosofo che racconta con stile piacevole i suoi
viaggi nelle memorie che gli storici di scuola non osano esplorare poiché
"in questa nostra epoca l'intelligenza è spesso oscurata per una logica
del tutto innaturale".
Le
storie esemplari proposte dall'autore non indirizzano alla revisione dei fatti
ma alla loro interpretazione alla luce dei princìpi indeclinabili.
Nel
saggio sulla Roma nazista, le memorie custodite dall'autore diventano il filo
conduttore di un racconto che prepara la riflessione sul diritto naturale,
misura del qualunque giudizio intorno alle azioni disoneste e/o feroci compiute
degli uomini di stato.
La
riduzione del pensiero moderno alla mente bicamerale delle folle in
oscillazione tra il bene oggettivo e la sua legale negazione, l'intimo
riconoscimento della regalità di Dio e la pubblica obbedienza alla contraria
volontà del sovrano politico, costituiscono uno scenario che invoca una
via d'uscita.
Alfano
afferma infatti: "la lacerazione tra diritto e morale coinvolge
drammatici fatti del passato e dovrebbe diventare ammonimento per il futuro, è stato il processo di Norimberga a
fare luce sul vero significato di questa lacerazione, perché dal punto di vista
giuridico [l'osservatorio del sovrano temporale] non poteva essere
aperto mancando il riferimento positivo al reato e per di più i vincitori non
processano i vinti".
Malgrado le sue ombre,
ad esempio il rifiuto opposto alla difesa del ministro degli esteri tedesco von
Ribentropp, che sollecitava la testimonianza del sovietico Molotov
sull'alleanza russo-tedesca durante l'aggressione alla Polonia nel settembre
del 1939, il processo di Norimberga ha rivelato l'insuperabilità degli ostacoli
sovrani che la giurisprudenza laica e illuminata oppone al cammino della
giustizia dettata dal vero e unico Sovrano.
Lestamente
gli ambidestri custodi dell'ideologia moderna hanno gettato nel dimenticatoio
lo scandalo rappresentato dal diritto naturale dominante a Norimberga. Se non
che Alfano rammenta che il diritto naturale è un problema tenuto in vita e
continuamente attualizzato dalle aggressioni attuate dal sovrano temporale
contro le elementari leggi del vivere civile.
Piero Vassallo
Giulio Alfano
LA NOTTE DI ROMA
Politica e società civile nella Roma nazista
Presentazione di Massimo Rendina
Edizioni Solfanelli
ISBN-978-88-7497-771-0
Pagg. 88 - Euro 8,00
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