«La vera storia dell’Uomo Qualunque», scritta per l’editore Solfanelli (114 pagg., 10 euro) da Paolo Deotto e Luciano Garibaldi, con la post-fazione di Daniele Vittorio Comero, lascia intendere come le attuali condizioni politiche dell’Italia si possano in tutto assimilare a quelle degli anni dell’immediato secondo dopoguerra (1945-46) che videro la clamorosa affermazione prima del settimanale «L’Uomo Qualunque», fondato a Roma da Guglielmo Giannini nel luglio 1944 e giunto rapidamente a vendere 850 mila copie, e subito dopo del «Fronte dell’Uomo Qualunque», fondato da Giannini e che, alle elezioni per la Costituente del 2 giugno 1946, ottenne il 5,3% dei voti: quinto partito in Italia, con 30 deputati. Pochi mesi dopo, moltiplicò il successo alle amministrative.
Perché oggi un partito come il «Movimento 5 Stelle» di Beppe Grillo ha ottenuto un successo al di là di ogni aspettativa? Perché le condizioni di vita degli italiani di oggi assomigliano molto a quelle degli italiani appena reduci dalla guerra. Il Paese era uscito disastrato dal ventennio fascista e dalla rovinosa seconda guerra mondiale, e paventava di entrare in altre forme di totalitarismo. Una sciagurata e lunga esperienza di Stato-Partito, il fascismo, che era entrato in tutti gli aspetti della vita economica, sociale, lavorativa, e anche privata, pretendendo di forgiare uomini e coscienze, non poteva che generare crisi di rigetto verso quanti altri, uomini o partiti, si ponessero a loro volta come portatori della Verità e della Giustizia. Era dunque facile affermare che l’italiano, già oppresso da un partito (quello fascista), non voleva ora essere oppresso da sei partiti (quelli del CLN).
La sensazione di oppressione, che ogni cittadino provava nei confronti del nuovo Stato antifascista, non era molto diversa da quella odierna. Oggi, l’intrusione dello Stato nella vita dei cittadini non ha nulla da invidiare sia all’oppressione fascista sia a quella dei partiti antifascisti all’indomani della Liberazione. Ha incominciato il governo Berlusconi, con l’invenzione dei cosiddetti «studi di settore», che di fatto causarono la rovina e la fine di centinaia di migliaia di piccole realtà economiche (professionisti, artigiani, studi professionali, società a responsabilità limitata, eccetera), costrette ad annullare le partite IVA e a cessare le loro attività perché angariate da un fisco che pretendeva fossero pagate le tasse su guadagni mai realizzati. In tal modo si crearono centinaia di migliaia di disoccupati. L’oppressione fiscale è poi proseguita con vere e proprie rapine come l’IMU, che ha di fatto vanificato il risparmio di tutte le famiglie italiane, da sempre indirizzato all’acquisto del mattone. Si è poi arrivati a disposizioni intollerabili come l’obbligo agli impiegati di banca di chiedere al cliente che preleva più di mille euro, di dichiarare a cosa gli servono. Una intrusione vergognosa e intollerabile nella vita privata dei cittadini. In tutto degna dei sistemi adottati dalla STASI (la polizia di Stato) della Germania comunista, immortalati dal film «Le vite degli altri». Ognuno, dei propri soldi, deve poter fare ciò che vuole, a meno che non si dimostri, prove alla mano, che sono di provenienza illecita.
Il messaggio di fondo dell’Uomo Qualunque era il reclamare il diritto del cittadino a vivere in pace la sua realtà quotidiana. Quanto al programma del nuovo partito, era in questa sintesi: contro il comunismo; contro il capitalismo della grande industria che tende ad accordarsi sotto banco con i più violenti, cioé con i comunisti; a favore del liberismo in economia; per la limitazione della voracità fiscale e dell'ingerenza dello Stato nella vita privata dei cittadini.
La marcia dell’Uomo Qualunque verso il successo di massa, che pareva inarrestabile, fu fermata nel corso della campagna elettorale per le elezioni del 18 aprile 1948, allorché la Democrazia Cristiana, propostasi come muro contro l’avvento al potere dei social-comunisti (e dunque lo scivolamento dell’Italia nella sfera sovietica), chiuse la porta ad una eventuale intesa con l’Uomo Qualunque, e la Chiesa di Pio XII si schierò al suo fianco, con la scomunica per chi avesse votato comunista, ed esortando di fatto tutti i cattolici che avevano scelto il partito di Guglielmo Giannini a tornare a convergere sul partito di De Gasperi, unica via di salvezza per l’Italia.
Oggi, però, che il pericolo comunista non esiste più, certamente Giannini avrebbe la meglio all’insegna del “Via le mani dalle tasche dei cittadini!”.
PRESENTAZIONE A MILANO
L’Associazione culturale «Testimoni della Storia», facente capo all’ente culturale EUR 2000 presieduto da Giuseppe Virgilio Manzoni di Chiosca, presenterà il libro di Deotto e Garibaldi a Milano lunedì 4 marzo, alle ore 17,30, all’hotel Cavalieri di piazza Missori. Oltre ai due Autori, interverranno Daniele Vittorio Comero, autore della post-fazione, giornalista e analista elettorale, Giorgio Galli, scrittore e politologo, Gianluca Marchi, direttore del giornale on-line «L’Indipendenza».
http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=11558
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