venerdì 15 agosto 2014

Ieri i Lefebvriani, oggi i Francescani dell’Immacolata! Cripto-lefebvrismo!

Ecco l’accusa che portò al commissariamento e alla normalizzazione dei FFI, cioè alla neutralizzazione, cioè alla distruzione di uno dei pochi ordini religiosi promettenti in Italia. - Lefebvrismo, dal nome del arcivescovo Mgr Lefebvre che rifiutò di fare l’update (aggiornamento) della sua dottrina cattolica per renderla accettabile allo spirito del mondo (Weltgeist).
Una riduzione al silenzio ovvero una persecuzione ufficiale e pianificata secondo criteri canonici ed ecclesiali contro tutti quelli che rifiutarono di adattarsi ai nuovi modi di vedere, pensare, pregare e celebrare. - Per meglio capire il modus procedendi usato per l’annientamento dell’ordine religioso dei Francescani dell’Immacolata mediante procedimenti canonici ufficiali, bisogna ritornare alla vicenda della soppressione della Fraternità Sacerdotale S. Pio X (Ecône - Svizzera) regolarmente istituita e in seguito soppressa in modo abusivo dall’autorità ecclesiale stessa.
E’ dell’iter di questo abuso di potere dell’autorità centrale della Chiesa cattolica che il Prof. Paolo Pasqualucci ci propone di scoprire nella suo ultimo libro (145 pagine): “La persecuzione dei Lefebvriani” ovvero l’illegale soppressione della Fraternità Sacerdotale San Pio X, Edizioni Solfanelli - 2014. (vedere qui)
Percorrendo le pagine di questo libro, si potrà capire meglio come, per via ufficiale ed a colpi di norme canoniche, un’istituzione come la Chiesa cattolica guidata allo “spirito del Concilio” si scatenò apertamente e meticolosamente contro tutti quelli che non si adeguarono a quello stesso “spirito”.
Tra le vittime di queste purghe interne, il nome più conosciuto è quello dell’Arcivescovo Mgr. Lefebvre. Oltre a questa figura episcopale ben nota, ci furono centinaia di sacerdoti comuni sottoposti a pressioni interne e forzati allora dal “necessario aggiornamento” deciso dal Concilio Vaticano II. Quelli che non si adeguarono furono privati dalle loro cariche pastorali, “promossi” per non dire deportati in zone remote delle loro diocesi.
Per non aggiornasi allo “spirito del Concilio”, cioè allo “spirito del mondo”, furono migliaia anche i sacerdoti, religiosi e religiose che abbandonarono ogni attività sacerdotale o religiosa. Non ci fu solo l’aggiornamento forzato di centinaia di vescovi, di migliaia di sacerdoti e religiosi, ma pure di milioni di fedeli legati ai loro canti e devozioni secolari.
Un aggiornamento, ed in particolare quello liturgico, che si fece in meno di 7 giorni, cioè da una domenica all’altra contro ogni equilibrio, buon senso pastorale e preparazione adeguata per la salvezza delle anime di tanti fedeli semplici. Questo cambiamento provocò un tale disorientamento, che milioni di fedeli cattolici persero la fede ed si allontanarono da ogni pratica religiosa.
Per un Concilio che si pretese come pastorale, si può dire oggi che è stato tutt’altro che pastorale nella sua applicazione. Tutto fu deciso da intellettuali cattolici imbevuti di belle idee teoriche e pseudo-teologiche, ma che che soffrivano soprattutto, intellettualmente e accademicamente, di un complesso d’inferiorità verso il mondo protestante.
A più di 50 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II si può constatare che si è avuto tutt’altro che un Concilio pastorale, perché esso portò al disorientamento di milioni di fedeli cattolici e dunque al loro allontanamento di Dio, cioè alla probabile dannazione delle loro anime.
Chi porterà davanti a Dio questa terribile responsabilità di aver allontanato tante anime dal suo Salvatore ?
Nel processo di riabilitazione della Messa di rito tridentino, mediante un Motu Proprio, Papa Benedetto XVI ricordò che la Messa tridentina non fu mai vietata dalla Chiesa. Per quasi 50 anni però ogni ambiente ecclesiale ed autorità episcopale si comportò verso di essa e verso quei fedeli che le erano legati come se questi ultimi fossero fuori della comunione della Chiesa cattolica, causando una vera e propria ghettizzazione ed evocando per essi addirittura la scomunica.
Cosa folle ed ingiusta si può dire oggi ripensandoci.
Allorché i successivi pontefici del dopo Concilio Vaticano II hanno ripetutamente chiesto perdono a nome della Chiesa cattolica ai non-cattolici per presunte, ma non sempre dimostrate, sofferenze inflitte loro, si può sperare che un giorno il buon senso possa portare il Santo Padre a chiedere perdono ai propri fedeli cattolici per una tale flagrante mancanza di rispetto delle loro tradizioni religiose da parte degli intellettuali, teologi e vescovi cattolici benpensanti che disorientarono e portarono milioni di anime a dannarsi?
Noi crediamo di si! Un giorno il Buon Dio darà nuovamente alla sua Chiesa un Papa misericordioso, capace dunque di riconoscere l’ingiustizia inflitta a Mgr. Lefebvre, a centinaia di sacerdoti e a migliaia di fedeli cattolici.
Con l’annientamento della congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata sembra che il tempo di un Papa misericordioso e giusto non sia ancora stato concesso alla Chiesa. Ma nell’attesa di quel giorno, noi aspettiamo pregando.
Buona lettura a tutti.
A mani giunte ! Preghiamo l’Immacolata.
(((†))) Radio Vobiscum - [GERMANIA]
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